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Fermiamo il finning

Fermiamo il finning
Status attuale
Da vulnerabile a gravemente in pericolo
 
Dove si trovano
Mar Mediterraneo
 
Habitats
Pelagico
Nome scientifico
Elasmobranchi
 
Popolazione
Dato non disponibile
 
Età media
Dipende dalla specie
Gli squali e i loro vicini parenti, le razze, sono particolarmente sensibili al sovrasfruttamento, in quanto sono animali caratterizzati da una crescita lenta, raggiungono tardi la maturità sessuale ed hanno una scarsa fertilità. Comparsi sul pianeta 400 milioni di anni fa oggi rischiano l’estinzione a causa dell’uomo.

Stato della popolazione
in Mediterraneo

Gravemente in Pericolo:
pesce angelo 
mako 
smeriglio 

In Pericolo: 
mobula
squalo plumbeo 

Vulnerabile:
la verdesca
 

Lo Stato
della Popolazione 

“La preoccupazione principale non è tanto per la singola specie – per quanto importante possa essere – ma per l’impatto complessivo di questa importante perdita di biodiversità” dichiara Annabelle Cuttelod, coordinatrice della Lista Rossa mediterranea al Centro per la Cooperazione Mediterranea della IUCN.

Fattori che ne
determinano lo stato

L’Unione Europea (UE) rappresenta un importante e significativo consumatore e commerciante di squali. Nel 2004 i Paesi UE hanno importato più di 26.000 tonnellate di carne di squalo – quasi il 30% delle importazioni mondiali. Lo stesso anno, i paesi europei hanno esportato più di 40.000 tonnellate di carne di squalo, pinne e altri prodotti, ovvero poco meno del 40% delle esportazioni mondiali. 
In Europa ci sono alcune delle nazioni più importanti al mondo per la pesca degli squali. I paesi europei – soprattutto la Spagna, Francia, Portogallo e Regno Unito – catturano circa 100,000 tonnellate di carne di squalo l’anno. I pescherecci europei pescano in tutto il mondo. L’Italia è al primo posto tra i Paesi europei per la cattura di squali nel Mediterraneo. Nel 2004 in Italia le catture di squali rilevate hanno superato le 1000 tonnellate. L’Italia è tra i maggiori importatori di squali. Nel 2005 si è classificata al terzo posto a livello mondiale. Queste importazioni consistono principalmente in carne di squalo congelata, surgelata o fresca. 
La pratica del finning (che consiste nel taglio delle pinne dello squalo e il successivo abbandono dell’animale in mare) è proibita a tutti i pescherecci europei e in tutte le acque. L’applicazione di tale divieto è debole in quanto esistono molte scappatoie a tale normativa. 

Luoghi e ambienti
da difendere

Le cifre sono ufficiali: il 42% delle specie di squali e razze del Mediterraneo è a rischio estinzione. E’ la più alta percentuale al mondo rispetto alle altre regioni stimate. Nonostante queste statistiche e la realizzazione del Piano d’azione per la Conservazione dei Pesci Cartilaginei dell’UNEP, la maggior parte degli squali in Mediterraneo non viene protetta dalla pesca eccessiva. 

Obiettivo
prefissato

La regolamentazione Europea sul finning è attualmente considerata fra le più deboli al mondo e contiene scappatoie che ne impediscono l’applicazione, dando così la possibilità ai pescatori di tagliare le pinne (si stima a due squali su tre) senza essere scoperti o puniti. Il modo più semplice ed efficace per far rispettare il divieto di finning, è richiedere che gli squali vengano sbarcati con le pinne attaccate.
L’attivazione del nuovo Piano d’azione comunitario per gli squali e il rafforzamento del divieto al finning potrebbe migliorare questa situazione.
A differenza di alcuni Paesi europei, l’Italia non ha adottato alcuna protezione nazionale in favore degli squali. Non esistono limiti europei o internazionali alle catture per la verdesca, il mako, lo squalo volpe, il gattuccio, il palombo, il gattopardo, il notidano, lo squalo grigio. 

Come
agire

Per combattere il finning l'Acquario di Cattolica porta avanti una campagna di sensibilizzazione dal 2003.
Oggi, grazie al progetto SALVA UNA SPECIE IN PERICOLO,  vuole contribuire attivamente alla tutela degli squali in Mediterraneo attraverso una campagna di sensibilizzazione  su tutti i suoi visitatori, sul mondo scolastico e sulle nuove generazioni grazie ad attività di educazione che evidenziano una tematica ancora troppo poco conosciuta.

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