Status attuale
Minima preoccupazioneDove si trovano
Tutti i mari del mondoHabitats
Aree marine costiere
Nome scientifico
Tursiops truncatusPopolazione
Non disponibileEtà media
35 - 40 anniDelfini
metropolitani
L’ordine dei Cetacei, comprende ad oggi circa 80 specie, il cui stato di conservazione si presenta eterogeneo a seconda delle zone (mari) considerate e differente anche fra popolazioni di una stessa specie. Il Mediterraneo, ospita circa una ventina di specie, fra le quali il tursiope, che hanno presenze regolari, sporadiche o comparse occasionali.Il tursiope (Tursiops truncatus. Montagu. 1821) o delfino dal naso a bottiglia, è un cetaceo odontocete appartenente alla famiglia dei Delfinidi. È diffuso in tutti i mari del mondo, ad eccezione delle zone artiche ed antartiche. In Mediterraneo ne sono state censite diverse popolazioni ed in Italia è avvistato frequentemente lungo le coste siciliane, nell'Adriatico e in alcune porzioni del Santuario dei Cetacei (Pelagos). Generalmente se ne identificano due ecotipi distinti, uno costiero ed uno di mare aperto anche se in Mediterraneo e, in particolare lungo le coste italiane, il tursiope appare decisamente confinato all’interno della piattaforma continentale.
All’interno di Pelagos, i tursiopi hanno un’attitudine costiera e residente anche se in altre aree sono state osservate migrazioni stagionali probabilmente dovute a cambiamenti nella temperatura delle acque ed all'abbondanza e distribuzione delle prede. È stato notato inoltre, come talvolta le acque costiere vengano utilizzate come area di nursery.
Come tutti gli odontoceti, il tursiope utilizza per cacciare l'ecolocalizzazione e si nutre principalmente di pesci e Cefalopodi. Raggiunge la maturità sessuale intorno ai 12 anni e le femmine partoriscono generalmente un solo piccolo per volta. Vive generalmente in branchi formati dalle femmine ed i piccoli, mentre i maschi possono formare delle associazioni chiamate "alleanze". È un animale che mostra una certa curiosità nei confronti dell'uomo.
Lo stato
della popolazione
Dati della Red list IUCN, presentano lo stato generale di conservazione del tursiope come “sconosciuto”, ma recenti studi hanno presentato come “vulnerabile” la condizione della sotto popolazione mediterranea, sottolineando la necessità di approfondire la ricerca.Fattori
che ne determinano lo stato
La popolazione umana attuale delle coste del Mediterraneo supera i 450 milioni e le previsioni indicano il raggiungimento dei 600 milioni nel 2060. Il Mediterraneo rappresenta lo 0,8% della superficie dei mari del globo, ma è interessato dal 15% del traffico marittimo mondiale e dal 30% del trasporto di idrocarburi. Il numero delle imbarcazioni da pesca è cresciuto del 20% solo nel periodo 1980 al 1992 e la produzione di acquacoltura marina è passata da 78.000 tonnellate a 248.500 tonnellate fra il 1984 e il 1996.Il 60% dei rifiuti urbani nell’area non sono trattati.
La quota di sostanze, spesso nocive, di produzione “terrestre” introdotte nel bacino (semi-chiuso), non può essere abbattuta dal turnover idrico del bacino stesso, stimato in circa 100 anni.
In questo contesto, i principali problemi di conservazione del tursiope in Mediterraneo sono ascrivibili a:
1. Mortalità derivante da azioni umane
2. Degrado e perdita o frammentazione dell’habitat
3. Mortalità naturale
Il Bacino Corso - Liguro - Provenzale è ormai riconosciuto a livello internazionale come zona di elevatissimo interesse naturalistico per la presenza, soprattutto, di Cetacei, tanto da spingere i 3 Paesi che vi si affacciano, Francia, Italia e Principato di Monaco, a sottoscrivere un accordo internazionale che ha permesso di definire la prima area marina protetta in ambiente pelagico del Mediterraneo: il Santuario Pelagos.
L'area di studio di Delfini Metropolitani è compresa tra Genova Pegli a ovest e la foce del fiume Magra a est. Si tratta di una fascia di mare larga 10 km e lunga oltre 100, con una superficie di circa 1000 km2.
Obiettivi
prefissati
L’aumento delle conoscenze sulla biologia delle specie costiere e la valutazione dell’interazione con le attività umane, come la pesca ed il traffico marittimo, potranno fornire informazioni essenziali per lo sviluppo di programmi di conservazione e gestione dell’ambiente marino costiero.Delfini Metropolitani nasce nel 2001 con l’obiettivo principale di valutare la presenza e le abitudini dei Cetacei lungo le acque della Liguria. Particolare interesse è rivolto al tursiope (Tursiops truncatus), un delfino dalle abitudini prevalentemente costiere e dunque più soggetto all’impatto delle attività dell’uomo.
Le ricerche vengono condotte a bordo di gommoni e lo studio procede attraverso la raccolta di immagini fotografiche che permettono ai ricercatori di identificare gli animali avvistati (foto-identificazione). Tale metodologia permette di stimare l’abbondanza delle popolazioni, seguire gli spostamenti degli individui e valutare la loro fedeltà all’area di studio.
I dati vengono inoltre periodicamente confrontati con quelli raccolti da altri gruppi di studio che operano in regioni limitrofe, partner scientifici del progetto Delfini Metropolitani.
Come
agire?
Sin dalla nascita, il Parco Oltremare si è occupato di Cetacei attraverso azioni di educazione e divulgazione, ricerca ex situ (in collaborazione con diversi atenei italiani) e devolvendo parte dei suoi incassi per sostenere operazioni di enti preposti ad intervenire sui Cetacei in difficoltà (Fondazione Cetacea, Centro Studi Cetacei).Oggi, aderendo al progetto SALVA UNA SPECIE IN PERICOLO, vuole contribuire ulteriormente alla tutela del tursiope in Mediterraneo sostenendo “Delfini Metropolitani” in tutte le sue “azioni”.
Promuovere Intercet, uno strumento applicativo del Progetto GIONHA (www.gionha.eu), ideato e sviluppato dall’Acquario di Genova per Regione Liguria, per favorire la cooperazione tra soggetti impegnati in attività di ricerca su cetacei e tartarughe marine nell’Alto Tirreno.
Recenti studi hanno inoltre evidenziato l’esistenza di forte diversità genetica fra le popolazioni mediterranee di tursiope, con una netta distinzione anche fra i gruppi identificati nelle zone settentrionali e meridionali del bacino Adriatico.
Questi dati, saranno sicuramente utili per considerare l’applicazione all’Adriatico delle direttive comunitarie “Natura 2000”, “Habitat”,” MSFD”, votate all’identificazione di aree marine la cui tutela risulta fondamentale per la salvaguardia di alcune specie. Interessante sarebbe quindi l’estensione futura del progetto Delfini Metropolitani all’area Adriatica, per raccogliere dati utili all’istituzione di un’area marina protetta anche sul versante Adriatico del Mediterraneo.
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