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Tartamica

Tartamica
Status attuale
Vulnerabile
 
Dove si trovano
Mari temperati e subtropicali
 
Habitats
Coste per la riproduzione e mare aperto
Nome scientifico
Caretta caretta
 
Popolazione
Non disponibile
 
Età media
45 anni

Tartarughe
in libertà

La Tartaruga comune (Caretta caretta, LINNEO 1758) è la tartaruga marina più comune del Mar Mediterraneo. La specie è molto minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo e a rischio di estinzione nelle acque territoriali italiane. La Caretta caretta è una tartaruga ancora poco conosciuta come del resto la maggior parte delle tartarughe marine. Sono animali perfettamente adattati alla vita acquatica grazie alla forma allungata del corpo ricoperto da un robusto guscio ed alla presenza di “zampe” trasformate in pinne. Alla nascita misura circa 5 cm. La lunghezza di un esemplare adulto è di 80 – 140 cm, con un peso variabile tra i 100 ed i 160 kg.
Le tartarughe, come tutti i rettili, hanno sangue freddo il che le porta a prediligere le acque temperate. Respirano aria, essendo dotate di polmoni, ma sono in grado di fare apnee lunghissime. Trascorrono la maggior parte della loro vita in mare profondo, tornando di tanto in tanto in superficie per respirare. In acqua possono raggiungere velocità superiori ai 35 km/h, nuotando agilmente con il caratteristico movimento sincrono degli arti anteriori. Sono animali onnivori, si nutrono di molluschi, crostacei, gasteropodi, echinodermi, pesci e meduse, ma nei loro stomaci è stato trovato di tutto: dalle buste di plastica, probabilmente scambiate per meduse, a tappi, preservativi, bambole, portachiavi, bottoni, penne, posate e altri oggetti di plastica.
In estate, nei mesi di giugno, luglio ed agosto, maschi e femmine si danno convegno nelle zone di riproduzione, al largo delle spiagge dove gli esemplari adulti sono probabilmente nati. Hanno, infatti, un’eccezionale capacità di ritrovare la spiaggia di origine, dopo migrazioni in cui percorrono anche migliaia di chilometri. Alcuni studi hanno dimostrato che le piccole, appena nate, sono capaci di immagazzinare le coordinate terrestri del nido, grazie al magnetismo, ai ferormoni e ad altre caratteristiche ambientali, che permettono loro un imprintig della zona natia. È essenziale che raggiungano il mare da sole, senza contatti umani per non perdere la memoria del nido dove dovrebbero tornare, circa 25 anni dopo, per nidificare.

Stato
della popolazione

Vulnerabile. Dati Red list IUCN.

Fattori
che ne determinano lo stato

Secondo i dati della FAO ogni anno, fino a 60.000 tartarughe marine, sono catturate accidentalmente nel Mediterraneo durante le operazioni di pesca professionale: di queste 10.000 solo in Italia, con una mortalità degli animali che va dal 10 al 15%. Ogni peschereccio può arrivare a catturare involontariamente fino a venti tartarughe in una sola battuta di pesca. Le minacce che mettono a rischio la vita delle tartarughe marine Caretta caretta – la specie più diffusa nel Mediterraneo – sono anche altre: l’intenso traffico nautico, il turismo nelle spiagge dove avviene la deposizione delle uova, l’erosione delle coste e l’inquinamento delle acque.

Luoghi
e ambienti da difendere

Nel Mediterraneo gli ambienti di riproduzione sono ormai limitatissimi per il disturbo umano dovuto al turismo balneare.
Le principali zone di nidificazione in Italia sono:
  • la spiaggia della Pozzolana di Ponente di Linosa
  • la spiaggia dell’Isola dei conigli di Lampedusa
  • la spiaggia di Spropoli a Palizzi in provincia di Reggio Calabria
  • l’oasi faunistica di Vendicari Noto - Contrada Cittadella-Spiaggia di circa 800 metri, area protetta e tutelata dal corpo forestale regionale 
Le nidificazioni al di fuori delle aree riproduttive avvengono spesso ad opera di tartarughe primipare, o non perfettamente in salute che vinte dalle correnti sono costrette a nidificare in località lontane e diverse da quelle naturali. Si assiste in questo caso alla perdita di quasi tutte le uova, per fattori diversi, come mancata fecondazione, uova non perfettamente formate e soprattutto per fattori ambientali legati al clima ed ai suoli.

Obiettivo
prefissato

Informare e sensibilizzare il grande pubblico sullo stato di queste tartarughe mostrandone le cause principale che minacciano questa specie. Agire concretamente attraverso la salvaguardia ed il recupero di animali in difficoltà.

Il ruolo
dell'Acquario di Cattolica

Negli anni passati l’Acquario di Cattolica e l’Acquario di Genova hanno collaborato con la Stazione Zoologica di Napoli che si occupa di recupero di tartarughe marine nel mar Tirreno e attività di conservazione di questa specie.
Nel 2015, terminata la collaborazione con Napoli, comincia una nuova avventura insieme a Fondazione Cetacea Onlus di Riccione, che gestisce il più grande centro di recupero di tartarughe marine dell’Adriatico e che partecipa al progetto europeo TARTALIFE.
A sostegno di questa importante iniziativa, Acquario di Cattolica ha trasformato l’area del percorso blu che ospitava “l’Asilo delle tartarughe” nel PRIMO INFO POINT TARTARUGHE IN ADRIATICO, che permetterà a tutti i suoi visitatori di ricevere informazioni sulle modalità per una pesca responsabile e rispettosa dell’ambiente e di come scegliere prodotti ittici pescati in questo modo.

Come
agire?

Supportare realtà impegnate concretamente nella tutela delle tartarughe Caretta caretta, dando la giusta visibilità ai progetti da esse sostenuti.
Fondazione Cetacea Onlus è un importante centro di divulgazione e di sensibilizzazione ambientale. E’ specializzata nella cura e nella riabilitazione delle tartarughe marine, trovate in difficoltà spesso a causa delle attività umane. Il suo centro di recupero  si sviluppa su un'area di oltre 800 metri quadrati ed è il punto di riferimento per l’ospedalizzazione degli esemplari recuperati dalle reti regionali per la conservazione delle tartarughe marine di Emilia Romagna e Marche e può ospitare fino a 24 tartarughe (in casi eccezionali fino a 34) in vasche di cure e stabulazione alimentate con acqua di mare in circuito chiuso. Durante la permanenza in questi ambienti, gli animali sono tenuti sotto costante osservazione, per verificare se hanno riacquistato la necessaria autonomina per il loro ritorno in mare. Parallelamente sono monitorate le variazioni di peso e taglia, l’attività alimentare ed i valori del sangue.
Numerosi sono poi gli studi incentrati sulla biologia, fisiologia ed ecologia di questi rettili marini. Di particolare rilievo ed interesse quelli che, grazie all'utilizzo di nuove tecnologie, quali trasmettitori satellitari, stanno mettendo in luce aspetti della vita di questi animali ancora poco conosciuti.

Le ultime
liberazioni

Venerdì 5 giugno 2015, dalla spiaggia antistante l’Acquario di Cattolica verrà rilasciata una tartaruga Caretta caretta, curata presso il centro di recupero della Fondazione Cetacea a Riccione.
Il progetto SALVA UNA SPECIE IN PERICOLO contribuisce attivamente alla tutela delle tartarughe marine dando visibilità  al centro di recupero e alle attività della Fondazione Cetacea onlus.

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